Le prime dichiarazioni di Sulaiman Al Fahim, l'uomo incaricato dalla famiglia reale di Abu Dhabi di occuparsi del City, non lasciano dubbi in proposito: «Cristiano Ronaldo ha detto che desidera giocare nel club più grande del mondo. Vedremo se è vero. Il Real Madrid è pronto a pagare 100 milioni di euro, perciò per poterlo acquistare bisognerà fare un'offerta superiore, vale a dire almeno 150 milioni. Perché no? Diventeremo il club più grande del mondo, più grandi anche di Real e Manchester United». Strappare il portoghese allo United sarebbe certo un gran colpo. Ma l'Abu Dhabi United Group ha anche altri obiettivi, come Fernando Torres, Cesc Fabregas, Thierry Henry, David Villa e via elencando.
D'ora in avanti, le pressioni sulle spalle di Mark Hughes, allenatore del City, saranno tremende, perché gli arabi vogliono vincere. E, come si capisce delle dichiarazioni di Al Fahim, per raggiungere l'obiettivo sono pronti a fare spese folli. «Ti daremo 750 milioni di euro nei prossimi tre anni - pare abbia detto il dirigente arabo al tecnico gallese - perché tu possa acquistare chi ti pare. Ti aiuteremo a ristrutturare il club per creare un buon vivaio. E aspetteremo. Nessuno chiede che tutto avvenga dalla sera alla mattina». Certo, se i risultati non dovessero arrivare, gli arabi potrebbero rimangiarsi tutto. In ogni caso, la pioggia di petroldollari che sta per abbattersi sul calcio inglese avrà l'effetto di un ciclone. Con l'arrivo dei reali di Abu Dhabi, per gli altri club niente sarà più come prima.
www.corrieredellostadio.itIndubbiamente a Sulaiman Al Fahim, l'uomo alla guida del Manchester City, le risorse non mancano. Al Fahim è un uomo d'affari che rappresenta la nuova proprietà del club inglese, passato dalle mani dell'ex primo ministro thailandese, Shinawatra, a quelle dell'Abu Dhabi United Group, società con i capitali della famiglia reale di Abu Dhabi, a capo della quale un certo signor Khalifa bin Zayed al Nahyan è "solo" il 15° uomo più ricco della terra. Una squadra di calcio, un investimento, un budget da far impallidire chiunque e quindi dei sogni, neanche tanto irrealizzabili, per costruire una sorta di "dream team" del calcio.
Un club, il Manchester City, che ora diventa interessante anche dal punto di vista economico, tanto da far parlare di calcio anche "The Times", che rivela, come il progetto del City di diventare una, se non la squadra più grande e poderosa della Premier League, passi anche dall'ingaggio di Cristiano Ronaldo e per l'acquisto del quale sarebbero già stati previsti 170 milioni di euro.
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CITY = FERRARI ?
Notare che giri ci sono dietro al mio Manchester City:
Padrone: lo sceicco Mansour Bin "Laden" Zayed al Nayan, Principe (Guido) ereditario di Abu Dhabi, della famiglia al 15. posto dei più ricchi della Terra, proprietaria del 5% della Ferrari Spa.
Presidente: Khaldoon Khalifa al Mubarak, 32 anni, educato negli Usa, molto vicino all'Italia perchè, essendo Presidente della Mubadala Development Company, ente governativo di investimento, è vicepresidente della Piaggio Aero (Presidente Piero Ferrari), di cui il Mubadala possiede il 35%. Al Mubarak è l'artefice del nuovo Gran Premio di Abu Dhabi, dal 2009, simile a Montecarlo (e sarà l'ultimo Gp del calendario, eh i soldi parlano...). E ha pure ottenuto dalla Fifa il Mondiale per club 2009 e 2010 ad Abu Dhabi.
Presidente onorario: 10% all'ex premier tailandese Shinawatra "Frank Sinatra", fuggito dalla Thailandia, dal colpo di Stato coi carri armati.
1% a me, percentuale consistente in una modellina che frequentava Dubai.
E' troppo bello essere l'uno per cento del City...
PARIGI (Francia)– Ronaldo al Manchester City. O, male che vada, al Psg. Queste le due prospettive per l’ex rossonero che si allena sulle spiagge del Brasile per tornare sui campi di calcio. Forse già il prossimo anno. Con i Mondiali del 2010 in mente.
Ronaldo è in contatto con il Manchester City, dove gioca l’amico Robinho: “È una grande possibilità. Il City sta costruendo un progetto incredibile, con grandi giocatori. A lungo termine, per sconvolgere gli equilibri del calcio mondiale. Per il momento discutiamo. Poi si vedrà”.